Il Mediterraneo -
Il periodo arabo-normanno

A cura del Prof. Arch. Renata Bizzotto
Con la collaborazione dell'Arch. Maria Letizia Mancuso

Nei primi decenni del VII secolo una potenza imprevista sconvolge l'assetto del Mediterraneo e dell'ormai dissolto impero romano. Un nuovo profeta, Maometto, fonda una nuova religione universalista, l'islamismo, che riesce ad unificare le divisioni tribali dei popoli arabi e, dopo la sua morte nel 632 d.C, anno 0 del calendario arabo, in nome dello stato teocratico da lui fondato, dilaga in pochi decenni ad oriente e ad occidente.

Paladini e Mori nella tradizione del carretto siciliano
Palermo - Particolare della Cappella Palatina
Palermo - S.Maria dell'Ammiraglio, detta della "Martorana"

L'impero persiano è distrutto, il bizantino mutilato della Palestina, Siria ed Egitto, cade l'Africa settentrionale e, dopo il 711, prima sotto il califfato Omayyade poi sotto gli Abassidi, vengono attaccati gli stati cristiani di Spagna, Francia e Italia. Furiosi e sanguinosi gli scontri fra cristiani e saraceni, per terra, tramandati con le gesta dei Paladini, e per mare con le flotte delle Repubbliche marinare e degli Stati cristiani.

Due culture a prima vista inconciliabili si confrontano in tutto il Mediterraneo.

La conquista araba della Sicilia ha inizio nell'827 da Mazara del Vallo,paese di pescatori sulla costa meridionale, ancora oggi in perpetua competizione con i pescherecci tunisini, e penetra velocemente in tutta l'isola. Durante due secoli e mezzo di potere, gli Arabi riorganizzano il sistema amministrativo della Sicilia, dividendola in tre grandi circoscrizioni: Val di Mazara, Val di Noto e Val di Demone, spostano la capitale a Palermo, compiono importanti lavori di irrigazione, edificano palazzi e moschee ricchi di giardini e fontane.

La riconquista cristiana dell'isola inizia da Messina nel 1060 ad opera di Roberto il Guiscardo e del fratello Ruggero, figli di Tancredi di Altavilla. I due fratelli Altavilla, ottenuta dal Pontefice Nicolò II, col trattato di Melfi, l'investitura del Ducato di Puglia e del feudo della Sicilia e della Calabria "nella misura in cui fossero riusciti a conquistarla", approfittando della discordia degli Emiri, riuscirono a batterne gli eserciti e a prendere Palermo nel 1071 e tutta la Sicilia fino a Noto nel 1091.

Ruggero I, nominato Gran Conte di Sicilia e di Calabria, regna con grande prudenza , assimila la cultura araba, l'assetto sociale, economico ed amministrativo dato in due secoli e mezzo all'isola, riserva ai Saraceni posizioni di privilegio nell'amministrazione e ne fa il nucleo fondamentale del suo esercito; non parteciperà, ad esempio alla I crociata per non fomentare dissidi fra il suo popolo in maggior parte arabo, ma convoca, proprio a Mazara, nel 1097 il primo Parlamento normanno di Sicilia e impone un filone espressivo unitario (S.Giovanni dei Lebbrosi, le Cattedrali di Catania e Messina) segno di una precisa volontà politico-culturale.

Il suo successore, il figlio Ruggero II, raccoglie l'eredità del padre e l'intelligenza politica della madre, Adelaide di Vasto. E' un sovrano colto, conosce 4 lingue, educato da sapienti arabi e greci, abituato al sottile gioco diplomatico ma anche alla determinazione dell'intervento armato. Il giorno di Natale del 1130 si fa incoronare, dal Legato dell'Antipapa Anacleto II, "Rex Siciliae et Italiae", acclamato da una folla cosmopolita di latini, greci, ebrei, longobardi, arabi e normanni dalla Torre Pisana del palazzo che era stato degli Emiri Arabi. Il nuovo regno si estende fino al Liri sul Tirreno e al Tronto sull'Adriatico, a meno di 100 km. dai domini pontifici. Ottiene la "Legatio apostolica" l'essere cioè rappresentanti del Papa e a lui non sottoposto per l'investitura dei vescovi, privilegio concesso da allora ai soli re siciliani, revocato solo nel 1871 da Pio IX.

Un anno dopo l'incoronazione Ruggero fonda il Duomo di Cefalù e, quasi contemporaneamente, edifica la Cappella Palatina nel Palazzo Reale dove si fondono motivi romanici, bizantini ed arabi. Edifica la Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio nel 1143 detta la "Martorana" dalla famiglia che fece costruire l'attiguo monastero, costruisce palazzi lussuosi ed aperti ad artisti, scienziati e poeti.

Monreale - il Duomo, eretto per volere di Guglielmo II "il Buono" dal 1166 al 1189
Chiostro del Duomo di Monreale: a pianta quadrata, scandito da 288 colonne binate

Il fulgore normanno, speranza dei poeti del tempo per l'unificazione italiana, dura poco per l'esaurirsi precoce della dinastia. L'ultimo re normanno sarà Tancredi, figlio illegittimo del primogenito di Ruggero II, che regnerà solo 6 anni. Ma anche nei 40 anni del declino della dinastia, Palermo e la Sicilia splenderanno di un fascino cosmopolita; Guglielmo I fonda il Duomo di Monreale, edifica la Zisa e la Cuba, splendidi palazzi "di delizie" pensati cioè per il riposo. Dopo la dominazione degli Altavilla, la Sicilia ne possedeva nove.

La cultura letteraria e giuridica si sposta dai monasteri nella vita pubblica, ai Tribunali, ai Giureconsulti, ai Notai. Vengono tradotti in latino dal greco Platone, Aristotele, Euclide, l'Almagesto e l'Ottica di Tolomeo dall'arabo; il "Nuzat" dello scienziato musulmano Ibm Idris diventa famoso nell'Africa musulmana come "Il libro di Ruggero" ed è il trattato di tutta la geografia nota a quel tempo.

Nei primi decenni del VII secolo una potenza imprevista sconvolge l'assetto del Mediterraneo e dell'ormai dissolto impero romano. Un nuovo profeta, Maometto, fonda una nuova religione universalista, l'islamismo, che riesce ad unificare le divisioni tribali dei popoli arabi e, dopo la sua morte nel 632 d.C, anno 0 del calendario arabo, in nome dello stato teocratico da lui fondato, dilaga in pochi decenni ad oriente e ad occidente.

L'impero persiano è distrutto, il bizantino mutilato della Palestina, Siria ed Egitto, cade l'Africa settentrionale e, dopo il 711, prima sotto il califfato Omayyade poi sotto gli Abassidi, vengono attaccati gli stati cristiani di Spagna, Francia e Italia. Furiosi e sanguinosi gli scontri fra cristiani e saraceni, per terra, tramandati con le gesta dei Paladini, e per mare con le flotte delle Repubbliche marinare e degli Stati cristiani.

Due culture a prima vista inconciliabili si confrontano in tutto il Mediterraneo.

La conquista araba della Sicilia ha inizio nell'827 da Mazara del Vallo,paese di pescatori sulla costa meridionale, ancora oggi in perpetua competizione con i pescherecci tunisini, e penetra velocemente in tutta l'isola. Durante due secoli e mezzo di potere, gli Arabi riorganizzano il sistema amministrativo della Sicilia, dividendola in tre grandi circoscrizioni: Val di Mazara, Val di Noto e Val di Demone, spostano la capitale a Palermo, compiono importanti lavori di irrigazione, edificano palazzi e moschee ricchi di giardini e fontane.

La riconquista cristiana dell'isola inizia da Messina nel 1060 ad opera di Roberto il Guiscardo e del fratello Ruggero, figli di Tancredi di Altavilla. I due fratelli Altavilla, ottenuta dal Pontefice Nicolò II, col trattato di Melfi, l'investitura del Ducato di Puglia e del feudo della Sicilia e della Calabria "nella misura in cui fossero riusciti a conquistarla", approfittando della discordia degli Emiri, riuscirono a batterne gli eserciti e a prendere Palermo nel 1071 e tutta la Sicilia fino a Noto nel 1091.

Ruggero I, nominato Gran Conte di Sicilia e di Calabria, regna con grande prudenza, assimila la cultura araba, l'assetto sociale, economico ed amministrativo dato in due secoli e mezzo all'isola, riserva ai Saraceni posizioni di privilegio nell'amministrazione e ne fa il nucleo fondamentale del suo esercito; non parteciperà, ad esempio alla I crociata per non fomentare dissidi fra il suo popolo in maggior parte arabo, ma convoca, proprio a Mazara, nel 1097 il primo Parlamento normanno di Sicilia e impone un filone espressivo unitario (S.Giovanni dei Lebbrosi, le Cattedrali di Catania e Messina) segno di una precisa volontà politico-culturale.

Il suo successore, il figlio Ruggero II, raccoglie l'eredità del padre e l'intelligenza politica della madre, Adelaide di Vasto. E' un sovrano colto, conosce 4 lingue, educato da sapienti arabi e greci, abituato al sottile gioco diplomatico ma anche alla determinazione dell'intervento armato. Il giorno di Natale del 1130 si fa incoronare, dal Legato dell'Antipapa Anacleto II, "Rex Siciliae et Italiae", acclamato da una folla cosmopolita di latini, greci, ebrei, longobardi, arabi e normanni dalla Torre Pisana del palazzo che era stato degli Emiri Arabi. Il nuovo regno si estende fino al Liri sul Tirreno e al Tronto sull'Adriatico, a meno di 100 km. dai domini pontifici. Ottiene la "Legatio apostolica" l'essere cioè rappresentanti del Papa e a lui non sottoposto per l'investitura dei vescovi, privilegio concesso da allora ai soli re siciliani, revocato solo nel 1871 da Pio IX.

Un anno dopo l'incoronazione Ruggero fonda il Duomo di Cefalù e, quasi contemporaneamente, edifica la Cappella Palatina nel Palazzo Reale dove si fondono motivi romanici, bizantini ed arabi. Edifica la Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio nel 1143 detta la "Martorana" dalla famiglia che fece costruire l'attiguo monastero, costruisce palazzi lussuosi ed aperti ad artisti, scienziati e poeti.

Il fulgore normanno, speranza dei poeti del tempo per l'unificazione italiana, dura poco per l'esaurirsi precoce della dinastia. L'ultimo re normanno sarà Tancredi, figlio illegittimo del primogenito di Ruggero II, che regnerà solo 6 anni. Ma anche nei 40 anni del declino della dinastia, Palermo e la Sicilia splenderanno di un fascino cosmopolita; Guglielmo I fonda il Duomo di Monreale, edifica la Zisa e la Cuba, splendidi palazzi "di delizie" pensati cioè per il riposo. Dopo la dominazione degli Altavilla, la Sicilia ne possedeva nove.

La cultura letteraria e giuridica si sposta dai monasteri nella vita pubblica, ai Tribunali, ai Giureconsulti, ai Notai. Vengono tradotti in latino dal greco Platone, Aristotele, Euclide, l'Almagesto e l'Ottica di Tolomeo dall'arabo; il "Nuzat" dello scienziato musulmano Ibm Idris diventa famoso nell'Africa musulmana come "Il libro di Ruggero" ed è il trattato di tutta la geografia nota a quel tempo.

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Palazzi e moschee

Gli stilemi arabi, le decorazioni geometrizzanti e ad arabeschi, i soffitti alveolati a stalattiti (mugamas), l'arco a sesto acuto, l'arco rialzato (l'imposta dell'arco non coincide con il capitello), l'arco moresco (la parte superiore dell'arco descrive un semicerchio che si stringe alla base a ferro di cavallo), l'uso della ceramica come rivestimento, si sovrappongono alla cultura greco-romana della Sicilia.

Schemi di archi arabi

Sfortunatamente non sussiste nessun monumento di questo periodo che non sia stato pesantemente modificato da interventi successivi, come pure poche sono le notizie tramandateci sulla dominazione araba, anche perché i cronisti cristiani del tempo ne danno una visione partigiana. Si possono trarre conclusioni più equilibrate dalle cronache del periodo normanno.

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Convivenza pacifica

La realtà è che Normanni e Saraceni hanno convissuto quasi sempre pacificamente ed i Normanni furono tolleranti con i Saraceni, come essi lo erano stati con i nativi.

Nel rosone marmoreo della cattedrale di Mazara un cavaliere cristiano calpesta un capo arabo: sono in realtà Ruggero I e l'emiro Mokarta. E' logico aspettarsi che in una cattedrale cristiana venga esaltata la vittoria di Ruggero, re cristiano, contro il nemico saraceno ma, inaspettatamente, la piazza grande è, ancora oggi, dedicata al Mokarta, mentre al re normanno è riservata solo una stradina laterale.

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Il Pallio

Nel "Pallio", il prezioso manto rosso della sua incoronazione, con il quale saranno poi incoronati tutti gli imperatori del Sacro Romano Impero, si legge in lettere d'oro "ricamato nelle officine reali di Palermo nell'anno 528 dell'Egira", le iscrizioni sono nei caratteri cufici dell'archeologia araba, come anche nelle monete la datazione è trilingue e decorre dall'Egira, segno di grande rispetto per tutti i gruppi etnici.

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Palazzi di "delizie"

Queste splendide ville immerse in grandi parchi con distese d'acqua sono provviste, nel loro interno, di due caratteristiche aree: l'iwan (sala a tre esedre) e il cortile all'aperto, circondato da portici e abbellito da una o più fontane.

Questi due spazi, il primo originario della Persia abbasside e il secondo dell'Egitto fatimide, fanno la loro apparizione sull'isola nel XII secolo passando per il Maghreb, in quel tempo dominato dalla Sicilia e esteso fino alle attuali coste tunisine.

Tali aree sono presenti in tutti gli edifici costruiti dagli Altavilla, sia a Palermo che nel resto dell'isola. Anche la decorazione è ampiamente ispirata all'arte islamica: pavimenti marmorei o costituiti da mattoni disposti a spina di pesce, pareti ricoperte da mosaici (realizzazione piuttosto bizantina ma con motivi arabizzanti) e infine soffitti e archi adorni di muqarnas scolpiti e dipinti.

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Proposte didattiche

Approfondimenti

L'autore

Prof. Arch. Renata Bizzotto

Docente di “Rilievo dell’Architettura” presso la facoltà di Ingegneria, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Consigliere Nazionale del CNAPPC dal 1997 e presidente del Dipartimento ”Formazione e Ricerca scientifica”. Presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma dal 1994 al 1997. Presidente del Consiglio d’Amministrazione dell’Acquario Romano s.r.l.

Saggi:

Disegno e Progettazione - in collaborazione - Dedalo libri ed. Bari 1967

Lo studio professionale di progettazione - in collaborazione - NIS ed. Roma 1984

Vani e infissi - Edizioni Kappa. Roma 2000

Le Porte di Roma: San Sebastiano, San Paolo, Tiburtina - Edizioni Kappa. Roma 2001

L’Ospedale di S.Spirito - Edizioni Kappa. Roma 2001
Hanno collaborato:

Filippo Lauri, Filippo Giordano, Elisa Manconi, Francesco Moles, Giovanni Nusca, Marco D'Onofrio, Luca Piccioni, Alessandro Anzini.