Gli undici acquedotti maggiori

A cura del Prof. Arch. Renata Bizzotto
Con la collaborazione dell'Arch. Maria Letizia Mancuso

La capacità totale dei nove più antichi acquedotti, era di circa 992.200 mq al giorno.
Se si calcola a circa un milione di persone la popolazione di Roma in età traianea ne risulterebbe una disponibilità di circa 1000 litri per abitante, che possiamo confrontare con i 475 litri per abitante disponibili in Roma nel 1968.

In totale l'acqua era fornita da undici acquedotti:

1. Acquedotto Appio 2. Acquedotto dell'Aniene vecchio 3. Acquedotto dell'acqua Marcia
4. Acquedotto dell'acqua Tiepida 5. Acquedotto Giulio 6. Acquedotto dell'acqua Vergine
7. Acquedotto Alsietino 8. Acquedotto Claudio 9. Acquedotto dell'Aniene nuovo
10. Acquedotto Traiano 11. Acquedotto Alessandrino

I tracciati degli acquedotti maggiori dalle sorgenti verso Roma
Percorsi degli acquedotti maggiori

Quella che segue è una lista degli acquedotti antichi maggiori, secondo il loro ordine cronologico, che mostra anche quale parte di città essi servivano. La posizione delle loro sorgenti si riferisce alla distanza e orientamento rispetto al centro della città, espressi in miglia romane.

ACQUEDOTTO RIFERIMENTO DEL NOME ANNO DI COSTRUZIONE POSIZIONE DELLE
SORGENTI
POSIZIONE DELLO
SBOCCO PRINCIPALE
AQUA APPIA censore Appio Claudio Cieco 312 aC 7-8 miglia ad est Circo Massimo (sud ovest)
rami per molti quartieri
ANIO VETUS "Aniene vecchio" 269 aC 29 miglia ad est Porta Esquilina
(sud est)
AQUA MARCIA pretore Quinto Marcio 144 aC 36 miglia ad est colle Quirinale
(nord est)
AQUA TEPULA "acqua tiepida", dalla sua temperatura 125 aC 10 miglia a sud est Porta Collina
(nord est)
AQUA IULIA dalla gens dell'imperatore Ottaviano 33 aC 12 miglia a sud est Porta Viminalis (nord est)
rami per molti quartieri
AQUA VIRGO "acqua vergine", da una leggenda 19 aC 8 miglia ad est Campo Marzio
(nord ovest)
AQUA ALSIETINA lago Alsietinus (oggi di Martignano) 2 aC 14 miglia a nord ovest Trastevere
(ovest)
AQUA CLAUDIA imperatore Claudio 52 dC 38 miglia ad est Porta Praenestina (sud est)
rami per molti quartieri
ANIO NOVUS "Aniene nuovo" 52 dC 38 miglia ad est condivideva lo sbocco
con l'Aqua Claudia
AQUA TRAIANA imperatore Traiano 109 dC 13 miglia a nord ovest colle Gianicolo
(ovest)
AQUA ALEXANDRINA imperatore Alessandro Severo 226 dC 14 miglia ad est Pantheon, Campo Marzio
(nord ovest)

Acquedotto Appio

Fu condotto a Roma da Appio Claudio Cieco; questo acquedotto quasi tutto sotterraneo era lungo più di 16 km.

Tracciato dell'Acquedotto Appio

Fu il primo acquedotto, edificato nel 312 a.C. Lungo 16 chilometri (le sorgenti si trovavano sulla via Collatina), raggiungeva, con un percorso quasi tutto sotterraneo, Porta Maggiore, e si dirigeva poi verso l'Aventino per terminare al foro Boario, a porta Trigemina (attuale Monte Savello).

Aveva una portata di acqua di 73.000 mc al giorno ed era costituito da blocchi di tufo muniti di una cavità centrale.

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Acquedotto dell'«Aniene Vecchio»

Fu il secondo acquedotto di Roma, realizzato nel 272 a.C.: esso fu costruito dal censore Manio Curio Dentato.

Acquedotto Anio Vetus - assonometria

Così chiamato per la sua provenienza dalla valle dell'Aniene, sopra Tivoli. Il suo percorso era di 63 chilometri, sotterranei fino a Porta Maggiore, per poi terminare nella zona dell'attuale stazione Termini; un ramo secondario portava acqua alle terme di Caracalla.

La sua capacità era di 175.920 mc circa al giorno. Visibile a Porta Maggiore e presso la Stazione termini sotto la chiesa di S. Vito.

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Acquedotto dell'acqua Marcia

Così chiamato da Q. Marcius Rex, pretore urbano, che nel 144 a.C. realizzò quest'acquedotto la cui acqua scaturiva dalle sorgenti Rosoline presso Marano Equo al Km. 61.5 della via Tiburtina Valeria.

Spaccato assonometrico della Porta Tiburtina

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Acquedotto dell'acqua Tiepida

Completata nel 125 a.C. dai Censori C.N. Cepione e L.Cassio Longino, giungeva dai Colli Albani e il nome deriva dalla sua temperatura, che rimaneva sempre intorno ai 16-17 gradi, anche in inverno.

L'acquedotto scaturiva tra Marino e Castel Savelli, nella valle Preziosa, e scorreva in un condotto sotterraneo di cui non si sa nulla. Nel 33 a.C le sue acque furono miscelate con quelle dell'acquedotto della Giulia, sensibilmente più fredde. La sua capacità era di 17.800 mc al giorno.

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Acquedotto Giulio

Costruito nel 33 a.C. da M. Vipsanio Agrippa, scaturiva da sorgenti a Squarciarelli, presso l'omonimo ponte, sopra a Grottaferrata.

Castello dell'Acqua Giulia, G.B. Piranesi

Lacqua era ottima e leggermente frizzante. Insieme alla Tepula, a cominciare dalla zona di Capannelle l'acquedotto incontrava l'acqua Marcia (proveniente dalla valle dellAniene), sulle cui sostruzioni ed arcate si appoggiava fino a Porta Maggiore e nel successivo percorso di distribuzione in città.

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Acquedotto dell'acqua Vergine

Condotto a Roma da Agrippa nel 19 a.C., le sue sorgenti sono ubicate nella tenuta della Rustica; il condotto, tutto sotterraneo è ancor oggi in uso; durante i suoi duemila anni di storia ha subito un numero enorme di restauri e modifiche. La distribuzione a Roma dell'acqua Vergine era garantita da 18 castelli di distribuzione, dei quali uno era sotto il Pincio, ed uno presso l'attuale chiesa di S. Ignazio.

La 'mostra' dell'Acqua Vergine: Fontana di Trevi in una incisione del 1453
Fontana di Trevi

La parte alta di tre arcate dell'acquedotto, distrutte da Caligola per costruire un teatro e poi restaurate da Claudio, sono parzialmente conservati e visibili in via del Nazareno (n. civico 14). Di fronte (al civico 2) una porticina, esattamente corrispondente allo specus dell'acquedotto è sormontata da uno stemma della famiglia della Rovere.

In quel punto le condutture furono deviate per la realizzazione della fontana di Trevi, che oggi alimenta, insieme a quella dei Fiumi a Piazza Navona e la Barcaccia a Piazza di Spagna. Altre derivazioni dall'acquedotto principale giungevano al Campidoglio e probabilmente anche a Trastevere.

Fontana dei Fiumi a Piazza Navona
Fontana della Barcaccia a Piazza di Spagna

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Acquedotto alsietino

L'acqua Alsietina proveniva dai laghi Martino e giungeva a Roma attraverso il Gianicolo, dopo un percorso di 32.815 m. circa.
Aveva una portata di acqua di 15.600 mc al giorno.

Condotto a Roma sotto Augusto nel 2 d.C. in occasione dell'inaugurazione della naumachia in Trastevere.

La naumachia, un circo che veniva allagato e dove si svolgevano battaglie navali, era un'ellisse con il diametro maggiore pari a 533 metri, situato tra le attuali piazze S. Cosimato e S. Maria.

L'acqua veniva captata dal lago di Martignano (ancora è visibile il taglio nella roccia ad un'altezza superiore al livello attuale del lago). Data l'origine lacustre dell'acqua, è immaginabile che essa venisse usata unicamente per le naumachie o per l’irrigazione dei campi. Non è escluso un utilizzo come forza motrice per i mulini di Trastevere.

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Acquedotto Claudio

L'acquedotto, inaugurato nel 52 d.C., sotto l'imperatore Claudio, ma iniziato da Caligola nel 38 d.C., è uno dei più monumentali di Roma; già da Frontino denominato magnificentissimus, per l'importanza e la monumentalità dell'opera.

Acquedotto Claudio, in una foto risalente al periodo 1913-1920
Acquedotto Claudio, vista della Campagna Romana

Le sorgenti, come per l'Acqua Marcia, erano poste nella valle dellAniene, presso l'odierna Arsoli; l'acqua veniva captata al XXXVIII miglio della Via Sublacense, dalle sorgenti Cursio e Ceruleo e giungeva a Roma dopo 68.681 m di percorso, 15.060 dei quali fuori terra, con circa 16 km di arcate in tufo.

Acquedotto Claudio, vista del Fiume Almone
Acquedotto Claudio, vista della Campagna Romana

L'acquedotto arrivava a Roma alla Spes Vetus: il doppio arco monumentale, noto come Porta Maggiore, ne costituisce l'elemento più vistoso, in gran parte fiancheggiando gli altri grandi acquedotti romani (Acqua Marcia, Anio Vetus e Novus). Qui le sue acque venivano mescolate con quelle dell'Anio Novus e quindi distribuite, attraverso una fitta rete in tutta Roma.

Queste, come le arcate,che le precedono e le seguono, furono incluse più tardi nelle mura Aureliane. A sud di Porta Maggiore ancora oggi possiamo ammirare una importante diramazione dell'acquedotto, voluta da Nerone, per portare l'acqua alla Domus Aurea, presso il Colosseo.

Numerosi di questi Arcus Neroniani sono tuttora visibili, in vicinanza di San Giovanni, a Piazza Navicella e sopra l'arco di Dolabella e Silano. Da qui essi si dirigevano al tempio di Claudio, alimentando il ninfeo neroniano sul Palatino.

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Acquedotto dell'«Aniene nuovo»

Iniziato da Caligola nel 38 d.C. e terminato, insieme all'acquedotto Claudio nel 52 d.C., prendeva l'acqua direttamente dal fiume Aniene, da cui il nome, all'altezza di Agosta, nei pressi di Subiaco.

E' senza dubbio l'opera più imponente dell'architettura idraulica romana; 87 km di cui 14 su arcuazioni, una portata di 200.000 metri cubi al giorno ed il maggior livello rispetto al suolo all'arrivo a Porta Maggiore che permetteva la distribuzione dell'acqua anche alle zone più alte della città.

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Acquedotto Traiano

Edificato da Traiano nel 109 d.C. allo scopo di portare acqua a Trastevere, convoglia a Roma le acque che scaturiscono lungo le pendici del lago Sabatino Bracciano); da qui l'acquedotto giungeva al Gianicolo, dopo un percorso 32.500 metri, in cui seguiva per un primo tratto le vie Cassia e Clodia, poi Aurelia fino a Porta San Pancrazio.

Acquedotto Traiano

Un castello di distribuzione dell'acquedotto, che entrava a Roma dal Gianicolo, è stato rinvenuto nel 1850, nella villa Lais, presso porta S. Pancrazio; sui tubi erano annotati i nomi degli utenti, tra cui l'imperatore Traiano stesso.

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Acquedotto Alessandrino

Edificato da Settimio Severo nel 226 d.C.; le sorgenti erano ubicate presso una località a 3 km. a nord del paese di Colonna (nella tenuta di Pantano Borghese) e giunge a Roma su tipiche arcuazioni rivestite in laterizio, che seguono la via Prenestina, la via Labicana e si concludono a Porta Maggiore.

Acquedotto Alessandrino

La sua acqua fu utillizzata fra l'altro per le terme Alessandrine, rifacimento di quelle di Nerone in campo Marzio.

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Proposte didattiche

Approfondimenti

L'autore

Prof. Arch. Renata Bizzotto

Docente di “Rilievo dell’Architettura” presso la facoltà di Ingegneria, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Consigliere Nazionale del CNAPPC dal 1997 e presidente del Dipartimento ”Formazione e Ricerca scientifica”. Presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma dal 1994 al 1997. Presidente del Consiglio d’Amministrazione dell’Acquario Romano s.r.l.

Saggi:

Disegno e Progettazione - in collaborazione - Dedalo libri ed. Bari 1967

Lo studio professionale di progettazione - in collaborazione - NIS ed. Roma 1984

Vani e infissi - Edizioni Kappa. Roma 2000

Le Porte di Roma: San Sebastiano, San Paolo, Tiburtina - Edizioni Kappa. Roma 2001

L’Ospedale di S.Spirito - Edizioni Kappa. Roma 2001
Hanno collaborato:

Filippo Lauri, Filippo Giordano, Elisa Manconi, Francesco Moles, Giovanni Nusca, Marco D'Onofrio, Luca Piccioni, Alessandro Anzini.